sabato 28 gennaio 2012

GENIO


Picasso era un dio, Leonardo un genio.
Leonardo, un pensiero buttato lì... lo rielaboro 
e lo vedo artista pittore
abilissimo, tecnicamente perfetto, padrone del suo stile lo
"sfumato leonardesco", inconfondibili sfondi paesaggistici, gli occhi
magnetici nei ritratti. Ma Leonardo non è un'artista di rottura, l'artista è colui che rompe e va avanti, Leonardo rimane circoscritto nel suo stile.
Riconosco la sua eccelsa artisticità, il suo impegno, la sua curiosità
scientifica. Leonardo seziona cadaveri, usa il realismo e la sua abilità grafica per offrirla alla scienza. Ma ciò che lo rende eclettico è la sua intelligenza mistificatrice, rielaboratrice del progetto universale, la natura.
Leonardo trae innumerevoli idee dalla natura e le mette su carta.
Il genio. E' un genio allora?
Il genio è forse colui che stravolge le regole? E'un sano folle?
O è un razionale cervello pensatore e realizzatore?
Il mio pensiero sul genio leonardesco è conseguente al pensiero per un il vero genio, l'inventore del numero, lo zero, il riassunto del tutto, un brodo primordiale.
Zero è il non inizio, l'attesa e l'assenza del niente.
E' la nascita? E' la morte?
Forse è il vuoto, ancora prima del pensiero di inizio. 



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