domenica 29 gennaio 2012

La nostra vita come acqua, scorre,
è torbida quando ristagna, è fresca e leggera
se liberiamo il suo fluire.
Tempestosa o mite, segue il movimento dei venti,
si adatta ad ogni forma.



Klimt




Come bisce gioiello, si muovono le donne di Klimt,
sinuose e sensulali in un fluido prezioso ed emotivo.
Come estasi armoniosa.
Adoro questo momento.

Mi sono assopita,
poi profondamente addormentata,
per non soffrire
per non guardarmi
per non sentirmi.
Il mio risveglio mi strazia, mi sgomenta
tutto si muove senza di me.


Egon Schiele, sento i suoi movimenti.
Adesso basta poco...
una parola e m'infrango,
una parola e mi perdo.



Waterhouse. 




Stasera osservo lungamente questa nostalgia, poesia, sento la rosa.
I preraffaelliti, offrono un'arte contemplativa, gentile, tranquillizzante, pausata.
Li uso per stordirmi e fingere benefici. Stasera ne ho bisogno.
A me il blog non serve a niente, parlo a nessuno, non sento nessuno.
E' una vetrina narcisa,  un mercato virtuale dove ognuno mostra il meglio che ha,
una mercanzia di parolone, poesie, brani sconvolgenti, indecenti,
virtuosismi letterali, la solita politica e culi, tette, vulve e in mezzo a questo
baccanale, ho visto anche dei preti.
Io non sono specialista in niente, parlo di Arte ma l'Arte cos'è...
Potrei invece parlare del nulla, di quello sono esperta.
Nel nulla mi muovo.

sabato 28 gennaio 2012

GENIO


Picasso era un dio, Leonardo un genio.
Leonardo, un pensiero buttato lì... lo rielaboro 
e lo vedo artista pittore
abilissimo, tecnicamente perfetto, padrone del suo stile lo
"sfumato leonardesco", inconfondibili sfondi paesaggistici, gli occhi
magnetici nei ritratti. Ma Leonardo non è un'artista di rottura, l'artista è colui che rompe e va avanti, Leonardo rimane circoscritto nel suo stile.
Riconosco la sua eccelsa artisticità, il suo impegno, la sua curiosità
scientifica. Leonardo seziona cadaveri, usa il realismo e la sua abilità grafica per offrirla alla scienza. Ma ciò che lo rende eclettico è la sua intelligenza mistificatrice, rielaboratrice del progetto universale, la natura.
Leonardo trae innumerevoli idee dalla natura e le mette su carta.
Il genio. E' un genio allora?
Il genio è forse colui che stravolge le regole? E'un sano folle?
O è un razionale cervello pensatore e realizzatore?
Il mio pensiero sul genio leonardesco è conseguente al pensiero per un il vero genio, l'inventore del numero, lo zero, il riassunto del tutto, un brodo primordiale.
Zero è il non inizio, l'attesa e l'assenza del niente.
E' la nascita? E' la morte?
Forse è il vuoto, ancora prima del pensiero di inizio. 



Dilato lo spazio, il tempo.
Tutto passa accanto,
cammino sola.
Sento
la lentezza che ho dentro,
la lentezza dei sensi.
Sento i miei passi
senza impronta, senza ombra.
Cammino sola.



CONVULSIONI




Inquietante Bacon.
Esprime attraverso la morte, l'angoscia della vita.
La sua pittura disturba, impressiona, usa sfondi di carne animale
macellata, figure umane decomposte, mostruose.
Nello strazio di sangue, la trasfigurazione della vita.





Papa Innocenzo x
di Velazquez.
Bacon lo ripropone,
con orrore,
deformandolo,
mischiando nel
movimento dei
colori violenti,
la morte.


Un capolavoro.

Pensiero



Sono mio fratello
sono mia sorella
sono mio padre.
Crescono in me le grandi assenze
accompagnandomi
nei momenti di solitudine.

Lunedì... di sera.




Sono brutta.
Sono niente.
Forse non ci sono più.
L'assenza mi scarnifica, mi mortifica,
l'assenza mi annulla.
Come qualcosa d' indefinito, d' insignificante, non lascio tracce.
La morsa della vita mi ha spezzata, accortocciata in qualcosa  di informe.
Ho usato il virtuale per sentirmi reale.
Uso il virtuale per sentirmi reale e fingo illusioni,
costruisco castelli, palazzi imperiali,
architetture di sabbia dentro un mondo di sabbia,
dove non sono straniera.
E sono straniera, mi muovo da sconosciuta nel vuoto che mi circonda
e mi allontano inesorabilmente.
Mi ha stancata la realtà,
mi ha stancata la virtualità,
l'infinito di parole,  fiumi di parole, voragini di parole dove niente ha forma,
dove l'utile è inutile e l'utile non esiste.
Sono brutta.
Sono orribile.
Cammino da sola e affronto e lotto e parlo,
da sola
mi cullo
mi piango
mi sento e non voglio sentirmi
mi guardo e non voglio guardarmi .


(pensiero di febbraio 2008)

lunedì 23 gennaio 2012

PENSIERO LIBERATO

Apro la finestra e trovo un muro.
Tante foglie secche i miei pensieri
tappezzano questa strada deserta.
Proseguo per inerzia senza sogni e desideri.
Eppure basta che il vento mi sfiori i capelli
e mi disperdo...
in un volo di mille farfalle.


(Pensiero di gennaio 2008)

SE FOSSE PRIMAVERA...


Waterhouse




Ho attraversato il vuoto per troppo tempo, l'assenza e il disincanto; 
dopo la mia estraneazione, estromissione dal vivere, stranita 
per il non sentirmi più, anch'io... rinascerò. 
Ritornerò con tutta la mia forza, dipingerò ancora con impeto, con la foga di chi non ha paura. 
Depurerò il mio corpo con acqua di rose bianche,
indosserò una veste nuova, tessuta con perizia, aprirò il mio cuore e darò inizio alla primavera.


Oggi sento questa nuova energia che prepotente mi vitalizza.
Ho scelto per questo mio pensiero, forse fugace, un'opera "meditativa"di Waterhouse. 
Il fresco campo, la dolce indolenza della donna distesa,
trasmettono sensazioni libertarie anche negli animi più inquieti e sofferenti, 
come il mio.


(Pensiero di gennaio 2008)

LA PASSIONE DI SCHIELE



Vive nelle figure di Schiele il silenzio, riflesso nello sguardo 
ed è un silenzio che parla, il silenzio di figure morbose, emaciate, 
denutrite, affamate nella psiche, dalla carne vitrea, in menti svuotate e che riflettono un'immagine distorta.
Dolore, sofferenza, tormenti di un'anima persa, sono distinguibili nell'angoscia silente dello sguardo e delle mani. 
Importanti, ossessive, le mani nodose nervose e contorte, le uniche parlanti.
Schiele affronta spesso il tema della masturbazione e coraggiosamente rompe l'ipocrisia, le false apparenze sociali, lasciando emergere in ogni sua opera l'animalità, l'istinto umano, la sensualità disperata, senza pudori, senza falsità, 
come unica espressione dell'io.
Amo Egon Schiele.



UOMINI, CHE NOIA

Probabilmente sono le donne ad aver causato e poi accentuato
il massacro dei maschi, una vera ecatombe. Certo è che l'uomo 
non ha mai fatto niente per evolversi, per aggiornarsi, sono quasi 
cinquant'anni, forse meno, che vive immobilizzato e sconvolto dal 
cambiamento femminile. ... Ma basta! 
Che cambino 'sti maschi! Figuriamoci che i ragazzi mi sembrano più rincoglioniti dei loro padri... 
Però... è strano il sistema: da una parte c'è la donna consapevole, 
traino e colonna portante, dall'altra l'uomo, un surrogato di apparenze, illusioni volute. 
Eppure costui, è l'unico ad avere un valore, un peso sociale. 
Perché scusate l'osservazione, ma ancora oggi, cos'è una donna senza uno straccio d'uomo accanto? 
Anche se conosce la sua forza di donna, la sua determinazione, l'impegno, il coraggio e anche se è consapevole di cosa l'aspetta, di come lui la trasformerà, cioè  uguale a sua madre, come una "moglie", un'infermiera, una tata, una badante, un appagamento periodico, ecco nonostante questo, la donna tutt'oggi necessita del rappresentante maschile. 
Ma non perchè sia lei ad averne effettivo bisogno, è il sistema che lo richiede, quindi pur di farsi sposare è disposta a tutto. ... 
Ne abbiamo tanta di strada da fare! 
La  donna si evolve, cresce, ma il sistema NO! Il sistema è fermo 
ai concetti creati dal maschio, che poverino è ancora lì concentrato sulla soddisfazione del suo pisello.
La cultura, la professionalità, la forza, la volontà, l'indipendenza 
economica sono conquiste ormai confermate da tempo, ma tutto si 
piega sulle convenzioni sociali di base. Quella donna, se è madre e se è sola, prima o poi soccombe, deve.
Sorvolo sul discorso "sesso". Neanche mi piace questa parola...
Il sesso è solo una modesta e neanche indispensabile parte nel 
rapporto uomo-donna, non è un sentimento, è un movimento e 
non è potente come l'emozione, la passione, l'esaltazione dell'amore. 
Ci sono sentimenti di passione di amore-dolore-piacere fisico 
anche nel non-sesso. 
La cosa che ho notato appena entrata nel circuito "blog" sono 
le colleghe signore pronte ad esporre mercanzia, propria o presa 
dal web, sapendo di ottenere successo nei sempre soliti, uguali 
e primitivi maschi. Comunque quello che si evince è il profondo 
cambiamento nell'approccio femminile, nella manifestazione, 
nella richiesta che anche se discutibile, è prepotente, 
aggressiva, determinata. E brave!... 
Un' ulteriore dimostrazione del cambiamento femminile e 
dell'immobilità maschile.

LE MIE BRUTTURE

Sono brutta
sono orrenda
non c'è niente da vedere
non c'è niente da toccare
non mi sento
e chissà quale potrebbe essere la mia età.
Le mie lacrime sono secche
e non pingo per quello che non ho avuto.
Non desidero nulla
forse non ho mai sognato
e neanche amato
toccato
baciato.
Forse sono già passata
e neanche me ne sono accorta e che cosa mi sono persa.



Sento Schiele,  amo Schiele.
Di carne e di sangue, è la sua passione e quel dolore profondo, nascosto, nelle viscere e nell'anima.


(Pensiero del 11 gennaio 2008)

IL MALE DI VIVERE

Il male di vivere, non è depressione.
Alla depressione si attribuiscono troppe cause, è una malattia, 
non è una malattia, è un termine inflazionato, moderno per tempi moderni, genericamente ingiusto.
Sei triste, sei avvilita, frustrata, disperata, angosciata, 
perchè sei viva, non perchè sei depressa.
Il male di vivere, è impossibilità di vivere, è repressione, poesia.
Piangere, affliggersi, vivere.
Quanta poesia,
quanta vita,
quanta intensità nel male di vivere.
Il male di vivere, è un sentire la vita profondamente, fortemente.
Penso che il massimo sfogo del male di vivere, lo si percepisca in tutta l'Arte e maggiormente nella poesia.

Egon Schiele, forse è l'artista che riesce sempre, in ogni sua opera 
a trasmettere il male di vivere. 
Questa sua opera, "L'amicizia". Guardala e senti possesso, dolore, passione, legame morboso. 
Questo è l'impedimento, la non leggerezza del male di vivere.

domenica 22 gennaio 2012

SBANDO COSMICO


Sono estremista, forse esaspero pensieri, ma non riesco a Percepire più un terreno fertile per l'arte. Se l'arte è stata da sempre il puro riflesso dei caratteri sociali, dell'evoluzione culturale degli uomini, adesso in quest'epoca di contaminazioni, non c'è più spazio per l'anarchia artistica. 
L'arte dovrebbe nascere per l'arte e senza obblighi, spontanea seguire l'ordine delle cose. Nel nostro sistema non percepisco la pura libertà. 
Solo una svolta apocatittica può riportare l'ordine delle cose.


Il "Writing", se scremato e depurato, potrebbe essere la nuova avanguardia dei nostri tempi. E' arte libera del mondo, è denuncia, rottura, nasce libero e anonimo. E' segno contemporaneo dinamico di rivolta, è continuo ed estemporaneo.  Questo penso che sia il segno artistico della nostra epoca, il resto è business, moda e consumismo. 
Il Writing è un movimento che racchiude una nuova filosofia metropolitana, quindi togliamo i luoghi comuni insieme alle scritte "Laura ti amo" e "Fesso chi legge", ripuliamo gli abusi e la maleducazione e concentriamoci sul significato di questa reazione o meglio, rivolta artistica giovanile.
Ho inserito delle immagini, per capire quanto siano tecnicamente belle ... 
è come se da un pezzo morto, di muro morto, in un ambiente come morto sputasse fuori qualcosa di vivo, ma anche sintetico. E' come se dal nostro sistema artificiale, finto e arido si spaccasse ed emergesse colore, scritte come grida. Questo è l'unico movimento artistico reazionario, che riesco a vedere al momento. 
Poi ci sono i maestri viventi, gli artisti viventi, i creativi viventi 
ognuno con  la propria grandezza e magnificenza.

INTEGRATI O APOCALITTICI?





C'è l'obbligo di essere integrati, dentro un'unica strada, 
un unico percorso fatto dai tanti.
C'è l'obbligo di ammassarsi, condividere e partecipare all'andamento globale, 
al consumismo del tutto. E il tutto, confluisce in un'unica corrente, 
ormai già melma avvolgente, fatta di immagini che si susseguono frenetiche, ci circondano, ci plasmano, ci assorbono.
Flash di sorrisi sbiancati, gente di plastica, corpi gonfi,
tutti attori dello stesso reality, tutti efficenti, presenti, potenti, 
per sempre giovani, in corsa, dentro la grande corsa verso il nulla.
Questo è lo show del niente, che ci avvolge, nessuno è escluso. 
Apparire, essere sempre visibili è obbligatorio in quello che poi sarà 
il non-luogo. Il non-luogo è dove nessuno lascia traccia di se.
Ma chi ancora crede nell'individualità dell'essere umano, nella sua originalità, allora sceglie di non integrarsi, di non affondare nella melma apocalittica, di non avere, ma di essere.
Io sono e non ho.

Lavoro la ricotta con un mestolo di cedro
insieme poi a uova, zucchero dell'India e uva sultanina.
Il profumo di cannella mi farà mestare e rimestare con più amore.
E' l'aggiunta della panna che darà morbidezza poi al palato.
Raffreddo la delizia, l'adagio  sopra un letto di biscotti bagnati di liquore un pò speziato.
E poso la dolcezza sopra un piatto decorato.
Userò questo... 
Forse è quello giusto, un decoro policromo a quartieri della fine del XV secolo.


E attendo... lentamente.

Lentamente lecco i miei dolori
affondo e ingoio lacrime.
Lentamente mi cullo
inventandomi storie ... in cui credo.
Lentamente vorrei parlare,
osservare,
e  sentire
una voce sicura e calda... che non c'è.


(Pensiero di gennaio 2008)

TUTTE LE DONNE...


Ho un pensiero estemporaneo... 
non credo che esista un'ideale, nè un carattere, nè un prototipo.
Tutto mi pare una grande bugia e non so se è la donna ad essere "Morgana", 
capace di trasformismi, di apparire e stravolgere gli equilibri, 
oppure sia il povero uomo la vittima dell'artificio, dell'illusione da lui stesso sperata, cercata e poi creata.
Il fatto è, che sono le donne i veri uomini.
Picasso "Dora Maar"

Ma non per Picasso, ogni sua donna è stata un suo oggetto.
Inserisco Picasso e nessun altro, solo lui mostra la vera rappresentazione 
della donna  secondo il suo sentimento, il suo bisogno, la realtà senza orpelli, 
poesia o romanticismo. 
Un maschio, un dio, che mostra la sua verità sulla donna. 
E la stravolge, la distrugge, la spezza, la plasma, la rende vittima, 
ma anche protagonista della sua tirannia. 
Picasso usa la donna come strumento.


 

STASERA...

Avvolta di silenzio
affondo,
ingoio lacrime.
Come spine di ferro 
mi stringono la gola.


(Pensiero di gennaio 2008)

COLORE


Boris Vallejo

Mischio impasto i colori, ne genero altri, 
li annuso e immagino le loro diverse fragranze.
Se potessi assaggiarli distinguerei il loro sapore, 
ma anche lo loro musicalità, la loro forma. 
Ogni colore è un suono, un sapore, un odore, una forma, un'emozione.
Ogni colore è una sensazione che calma, 
eccita, euforizza, rattrista, da forza e sicurezza, 
o freddezza, o distacco.
Nel colore entro, 
lo faccio mio, per amplificarmi, materializzare emozioni, avvolgermi.

METAMORFOSI CONTEMPORANEA


Tamara de Lempicka  "La bella Raphaela"

Percorrendo in auto le strade cittadine vengo piacevolmente accolta dalla nuova urbanistica. Rotonde su rotonde, ammorbidiscono il percorso urbano, rendono fluido il movimento, inverdiscono tratti mai stati verdi. Le rotonde sono soluzioni per un'ambiente sereno, ordinato, decoroso. E ce ne sono di bellissime; nel mio comune alcune sono piene di fiori, altre con piante di ulivo, erba fresca e gentili fontane zampillanti. Le rotonde non solo guidano il flusso del traffico, come fosse un perpetuo rigagnolo, ma evitano le brusche 
frenate, le inchiodate, forse i tamponementi. Giro rotonde, giro e rigiro, le vivo intuendone la loro artisticità...
Arrotondare, fluidificare, è addolcimento nel verde, come fosse un invito, una nuova inconscia educazione civile, alla calma, alla correttezza, al lento fluire... come un valzer. 
Sensualiziamo l'urbanistica, godiamo le forme che l'architettura contemporanea ci offre. Cerchiamo di vivere la città con piacere e non dimentichiamoci dell'architettura del paesaggio. E' grazie a questa disciplina, che i nostri centri abitativi sono sempre più piacevoli e dignitosi. Se l'urbanistica viene seguita da persone competenti e professioniste, ogni luogo può trasformarsi in un luogo "armonico". E poi... sono sicura che sono preferibili le "rotondità", agli spigolosi incroci semaforici. C'è  Arte anche nell'urbe, perché vive l'estetica. L'Arte è il risultato dell'evoluzione sociale; l'Arte è 
l'annunciazione di ciò che sarà, l'evoluzione sociale.

Non dobbiamo trascurare la percezione visiva, 
dobbiamo invece educarla.



(Pensiero del 2007)

INCOMPLETEZZA

L'incompletezza è un cerchio non chiuso,
l'infinito incolmabile,
un pensiero continuo, un "malino" uggioso,
una tela iniziata e mai finita,
una vita spezzata,
tormento irrequieto,
è vagare senza meta
come pena, 
come energia,
l'inizio già concluso,
la fine di un inizio.
L'incompletezza è il mio palpito creativo,
una parola mai detta,
un bacio mai dato,
è tormento e contentezza.
Sono contenta di  sentire la mia incompletezza.
Sono contenta di essere colore da stendere e argilla da plasmare.
Mi tormento per l'infinito mio malessere,
per essere eternamente indefinita.
Amo la mia incompletezza senza termine
e amo non chiudere mai quel cerchio
che riceve,
si evolve, si modifica, si incurva e si estende.


Probabilmente non c'è data la completezza.
Probabilmente non c'è dato il tragurdo della perfezione.
Se fossimo completi, finiremmo di soffrire, quindi di cercare. 
Finirebbe l'evoluzione interiore.
La pienezza, la totalità, non ci appartengono.
E' che... questo costante bisogno di completezza, sfugge, inquieta, tormenta.



Quella notte a Bisanzio


Costantinopoli s'illumina la notte.
Mille luci brillano, nella via Mese. 
La freschezza notturna riaccende i profumi nelle botteghe d'essenze, 
vicino alla Porta Bronzea del palazzo imperiale.
E brillano anche gli occhi scuri di Michele, 
muscoli posati stanchi su un drappo di seta cinese.


Teodora vestita di porpora, immerge le dita nella brocca e bagna con il dolce vino, intriso di spezie di Antiochia, le labbra del giovane amante.


Indolenti le mani affondano nel pasticcio di ricotta, 
lavorata con mandorle e cannella; 
scorze di arancia bagnate nel miele lo circondano nel piatto, 
donato da un artigiano di Iznik.





ONORIA...


Leggera la veste di seta d'Oriente
frusciava seguendo il suo passo.
Nastri color porpora 
raccoglievano i capelli, che come serpenti 
scivolavano lungo la schiena.
Preziosi monili, orecchini scelti
con cura illuminavano lo sguardo.
Profumo d'incenso nell'oscuro e segreto cammino.
Proveniente da Nicea il piatto decorato in cobalto, portava dolcetti di farina d'avena impastata piano, piano con latte e poi lentamente con uova. L'aggiunta di mandorle, la dolcezza del miele di arancio  
legato con pepe pestato sottile, 
pizzicavano la lingua ormai dolce.
Portava anche una brocca di elisir di vino all'aroma di bacche 
e fragole e rosa di bosco, per dissetare colui che sperava e che 
da tempo attendeva.


Attila, il terrore dei popoli,
uomo spietato,
fu fragile dinanzi all'amore.
Onoria, il pensiero leggero,
abbelliva il suo implacabile cuore.
Quella notte segreta, l'avrebbe raggiunta per donarle l'anello,
il pegno d'amore che per molto l'aveva seguito e protetto nelle 
lunghe battaglie.
Attila l'uomo di pietra, fu cuore ferito.



Frutto prezioso...

Di carne e sangue,
sudore e polvere e terra
e terra di sangue.
Muscoli sudati sporchi di dolore.
Muscoli strappati, stremati su un corpo di guerriero.
Fiero lo sguardo, caldo e di ghiaccio
che ha troppo percorso, cerca ristoro.
Riposati comandante Annibale Barca
sotto le verdi fronde di questo albero antico.
Addolcisci il cuore con questi fichi maturi.
Mischia il sale delle tue labbra spaccate dal sole
con il miele del frutto prezioso.
Ti riporterà alla tua terra,
al sapore di quel pane di frumento e noci e spezie e fichi.
Respira adesso il profumo di salsendine, di fichi
e guarda lontano, oltre il mare... Cartagine.



Siamo piccoli e... mortali


Ci sono opere come questa, che non sono fatte solo da mani; 
come potrebbero altrimenti valicare i secoli e i millenni 
e rimanere fortemente intrinse di energia e sentimento. 
C'è dell'altro nella forza di un'artista.
Penso spesso a questa eternità, la cerco per perdermi in essa.
Pensando all'immensità dell'Arte, sparisco del tutto e 
mi sento meglio...




"Ermafrodito dormiente"


Che meraviglia!... Potrei contemplare quest'opera per ore...


Per fortuna la bellezza dell'Arte è eterna 
e le stupide questioni umane sono miseria. 
Io stessa sono misera, banale e poca cosa.

Discorsi inutili...


Fuggo dal mio abbrutimento interessandomi di Arte.
Solo all'Arte è consentito l'esasperazione del tutto. 
Nell'Arte mi perdo, confondo i miei sensi, 
mi beo del niente, 
affondo nell'infinito delle infinite emozioni.


Perché cosa pensi che sia l'Arte?... Niente. L'Arte non è niente. 
Per me è l'istinto, un'amante, un rifugio, la sento, la vivo, oso, 
ci entro come se non fossi io.


Ed ecco che confondo e dimentico la mie brutture nell'essenza di un concetto astratto, inutile ma non effimero, che è l'Arte.


(Pensiero del 2007)

PASSIONE



Rissoso, irruente, impulsivo, irascibile e...geniale.
"Nessuna speranza, nessuna paura."
era la frase incisa sul suo coltello.
Rompe, provoca, rivoluziona, sconvolge completamente gli schemi dell' arte del tempo.
Un' artista dal destino leggenderario, una vita breve, una fine miserabile.
CARAVAGGIO
Anche se famoso, vive ai margini, tra gli ubriachi e i delinquenti, la sporcizia. 
Un passionario senza misura, la sua pittura inspira ed espira PASSIONE.
Amava ed odiava con lo stesso ardore e con ardore si scontrava, senza paura.
PASSIONE, questo era ciò trainava la sua vita e la sua pittura.
E' da ricordare uno scontro con i coltelli, che ebbe durante un gioco proibito dell'epoca, un corpo a corpo fatto di forza, sudore e sangue.
Una volta a terra Caravaggio con tutta la passione, rivolgendosi al suo avversario, gli sussurrò: " Sangue tuo, morte mia ", era il suo modello, il suo amante.


Caravaggio amava anche le donne, tra le quali Lena, una bella prostituta.
Ne era geloso, si narra che fosse molto stimata dal nipote del vescovo, il quale venendo a conoscenza della perversione del nipote, ingaggiò dei sicari
e la fece uccidere. Fu ritrovata nel Tevere, Caravaggio sconvolto la fece portare nel suo studio.


                " La morte della Vergine "
Quest' opera fu rifiutata dalla commissione religiosa, perchè ritenuta
scandalosa ed oltraggiosa, non solo perchè la ritratta era una prostituta, non solo per le caviglie  scoperte, ma per il suo gonfiore, come il corpo di un'annegata.

Era Lena.

Un pensiero...



Non conosco i miei anni, 
conosco però il deserto che abito. 
Ci potrei lentamente morire senza destare sospetto, 
senza incrinare il silenzio, 
se non fosse per l'energia creativa 
che trabocca invasiva.


E'... come cavalli nervosi, 
recintati ed oppressi,
è scatto di nervi, 
forza vivace, scalpito.
L'ho chiusa, bloccata, 
costretta,  repressa... 
ma riaffiora, 
è nel mio sangue.
Vorrei tornare a indossare la mia veste nascosta, dimenticata in soffitta; 
se lo faccio è per me. Ritrovarmi è per me.


Mi seduco da sola, mi seduco con l'Arte.


Lascio che una luce artificiale mi tinga le labbra, mi rianimi i sensi atrofizzati, 
perchè la vestizione è lunga.


Gustav Klimt "L'attesa"
Klimt, pittore dell'emotività femminile, seppe, come solo un'artista sa fare, rappresentare gli umori delle donne, rovistare e cogliere il loro segreto, la passionalità, l'eros, 
la sensuale bellezza, ma soprattutto la loro seduzione.
La donna di Klimt è donna desiderata e desiderosa, sensuale emanatrice di passioni, di calore.
Ho scelto "L'attesa" come preludio, come attimo sublime, intreccio emozionante di aspettative. 
L'attesa può educare l'impulso, come preparazione perfetta e forse questo è il momento di forza interiore, di intima attrazione.
E... "il prima", il prima di iniziare, prima di agire, cambiare, ricominciare, 
creare è crogiolo di pensieri.
Klimt dipinge questa chimica. 


(Pensiero del 2007)