lunedì 3 settembre 2012



Medito l'arte... e manipolo l'ozio.
Mi purifico
sprofondo ed esalto
osservo e penso...





Ad un'amica mai stata. (2010)



La donna, la femmina...
mistero della vita
amata, venerata
tormento della carne
tormento della mente,
potere divino, forza madre, madre terra
condottiera e imperatrice.
E nell'arte l'idolo,
l'esaltazione di ogni senso.
Non c'è artista che non abbia inseguito il suo mistero,
che non abbia tentato di decifrarlo, di possederlo.
Morbide carni...
creazione, dolore, passione.
La vita si svolge in lei e l'arte la rappresenta.

Cara sorella,
non dimenticare che in te è racchiuso il potere della vita e dell'amore...


Ventisette settembre (2010)



Traghetto di notte
ancora in un altro niente.

Di settembre (2010)



Ho un grosso nodo che mi sciaborda lungo la gola,
la notte è muta
ed io non aspetto nulla.



Undici luglio (2010)




Sto qui... in silenzio.
Nessuna parola, nessun pensiero
stordita, lontana, vicina
fuori da me, dentro di me
cerco l'inizio.

Sto qui... ferma nel tempo.
Lasciatemi stare
decifro emozioni.

Coperta di sole mi allontano dal mondo
non voglio parole, non voglio domande,
niente a inquinare quest'aria di luce.

Guardiana di un momento perfetto,
riconosco l'inizio.



10 maggio 2010



Sono farfalla pestata da passo terrestre.
Sono un uccello che vola da solo.
Sono sasso di un fiume
ormai prosciugato.








Aspetto la tua voce a saziare l'assenza
m' inchino al sogno
e tocco nel vuoto la tua immagine perfetta.

(aprile 2010)



Cerco un'alba
cerco uno spazio, un respiro, un pensiero
un palpito
cerco un senso, un colore
cerco qualcosa
cerco
in un groviglio di niente.

Io sfera, tu cubo



La sfera ruota,
all'infinito se non la fermi.
Può anche arrestarsi e poggiarsi vicino ad un solido e compatto cubo,
ma al minimo spostamento, torna a roteare il suo instancabile moto.
Il cubo è stabile,
bloccato,
può poggiarsi su un altro cubo
e cubo su cubo edificare fortificazioni, muraglie rigide.
Il cubo è massiccio, denso
e forse soffre la sua immobilità.
Il cubo è rigido e inerte, simmetrico, la sfera sviottola, scivola libera.
Cubo e sfera sono incompatibili, eppure… sostenevi il contrario.
L’opera in alto è il “Bacio” di Brancusi
Un cubo,
ma non è rigido, non è statico… c’è morbidezza, tenerezza
perché l’arte,
perché l’amore trasforma, sconvolge il rigore.






Conosco la strada
e l'avanzare di ogni mio passo,
eppure, non riesco a fermarmi.





Mio inverno (2009)


E' un inverno lungo anni,
il chiarore non riscalda,
il chiarore è solo gelo.
Almeno
scie di sale sulla mia faccia
muovono questo silenzio.





Incontenibile, incontrollabile
indifferenti gli argini,
devasta, scavalca, distrugge, elimina,
furioso annulla,
impetuoso sovrasta.
Strappate le vesti, privata di sogni,
spogliata di tutto, oggi lo so,
guardo...
il fiume.
Guardo il fiume inarrestabile
che impazzito gioca con la mia fine.

Nonamore (2009)


Non mi toccare
conosco il mio pianto.

Il nonamore mi salva,
mi rende muta,
appanna i sensi,
mi allontana.

Sono lontana da troppo
non ricordo da cosa,
lontana da me
e non sento dolore.
Lontana da me,
in asettica quiete.

Lontana da me nessun dolore,
nessun pericolo.

Il nonamore mi culla,
mi circonda, mi avvolge,
mi veste di patina scivolosa,
perfetta,
sicura.
Il nonamore mi protegge.

Nel tempo scaduto (marzo 2009)


Continuo come se non fossi io
a camminare su un filo.

Continuo come se non fossero la mie mani a ferirsi,
a consumarsi.

Continuo
a scambiare un pezzo di corpo con un finto tepore,
a offrire un cuore in cambio di poco,
in cambio di niente.

Continuo in bilico
tra il bene e il male
tra esserci e non esserci
tra possibile e impossibile.
Continuo,
ma forse non sono io.

La resa


Capita a volte che il silenzio
sia più importante delle parole,
o forse le parole sono finite,
oppure capita che sia la rabbia più fievole,
o la stanchezza, la padrona.

E' giunta l'ora della resa,
il momento piu alto.
Arrendersi e non vincere,
atto solenne.
Regina di niente,
depongo le armi e mi siedo,
aspetto,
ferma
come un sasso nel fiume.

Lascio che l'acqua veloce
consumi gli spigoli.


Pensiero luglio 2009


Vorrei quello che vorrei
vorrei
vorrei
vorrei.
Vorrei e non ho.
Vorrei e non avrò.

Aspetto che arrivi il sonno
che arrivi il giorno
aspetto.
Sto ferma e aspetto.

Troppo tardi


Troppo tardi per l'incanto
preferisco il disincanto.
Troppo tardi per sognare,
per un cuore pulito
un cerchio perfetto
un lento respiro.
Troppo tardi, mosse inutili
non guardo indietro
non guardo avanti.

FALCIO OMBRE
FALCIO IL NULLA.

Il nulla mi assale, mi circonda,
si fa corpo, mi possiede
si fa bocca, mi divora
lingua di fuoco
gela il mio sangue.
Domattina
lecco i tagli, lavo il corpo.
Domattina sono forte
falcio ancora questo nulla.
E fanculo!


(Pensiero del 2009)


Ottobre 2009


Qualcosa non c'è mai stato
qualcosa non è mai stato.
Affondano
come cicatrici, le assenze
che copri con una veste sdrucita.
E continui a ricucire e riparare
aggiungi toppe
rammendi.
Indossi questa vita come una veste ormai informe.
Indossi questa vita rappezzata
fingendola a festa,
fingendola intatta.
Ricuci, rattoppi, rammendi lo stesso pezzo di tela stinto.

sabato 30 giugno 2012

Un cielo





Aspetto che la polvere si posi,
modifichi le forme,
perdo tempo...
Passo il tempo lasciandolo passare,
cerco di confonderlo
facendo, fingendo, inventando.
E parlo e rido,
mi arrabbio, scherzo, gioco,
provo altre labbra.
Eppure la sera,
basta che
strisce di rosa e d'arancio
squarcino la densa coltre di gennaio,
che mi manchi.
Mi manchi e non ci sei mai stato.


(pensiero del 23 ottobre 2009)


Una fata.



Quando ero fata...
regina del vento
forza di mare, schiuma vivace,
cavallo bizzarro,
parlavo alle stelle, sentivo gli dei.
Adesso, mendicante,
chiedo un palpito per il mio cuore esangue.


(pensiero del 16 agosto 2008)

2008 di luglio...



Troppo rumore, troppo frastuono dentro la mia testa.
Pensieri che si accavallano, si mischiano ad altri pensieri e si ammassano, si dilatano e moltiplicano.
Cerco Vermeer...
Guardo e mi distendo dentro i suoi raffinati silenzi,
dentro le meticolose movenze, nei particolari squisiti,
nell' elegante e controllata gestualità.




"La pesatrice di perle"
















"La lattaia"



E' nel mio ingorgo mentale,
piombano improvvise opere e maestri della storia dell'Arte. 
Così, attraversando in un viaggio solitario la Maremma estiva, salendo e scendendo tra campi di girasoli,  tra boschi di castagni e campi di erba medica,  nella mia testa ingolfata è emerso Vermeer. 


Vermeer...
a distanza di giorni ci ripenso.
Perchè Vermeer, perchè adesso.







Perché Vermeer insegna un percorso.
Guardo "La donna alla finestra mentre legge una lettera", quel silenzio senza tempo, l'aria ferma in attesa di un leggero movimento e la donna, concentrata in un solo gesto elegante.
Forse è questo che manca nel nostro tempo,
i gesti eleganti, senza fretta,  fatti bene perchè unici.
Movenze lente,
tempi pausati,
lasciare che la vita passi sopra,
fare una cosa sola,
ed esserci nel farla senza altro in testa.


"La pesatrice di perle" "la lattaia"
lentamente, perfettamente, il gesto rituale diventa sacro, raccolto, unico.



venerdì 29 giugno 2012

Ramo secco.




Ramo secco.


Abbandonata, dimenticata
abbandonata, dimenticata
abbandonata, dimenticata, umiliata,
abbandonata, spregiata, dimenticata.
Come cantilena analgesica, anestetizzo l'inarrestabile mutare.
Inaridire, prosciugare ogni linfa spontanea.
Desertificare.








                                                                                                    Venere di Rubens


Bella!
Barocca,
generosa di forme, di cuore.
Luminosa, ricca e carnosa, morbida e golosa di sé.
Femmina procace e conturbante.
Spesso quest'opera e  altre raffigurazioni femminili, vengono prese come
esempio per critiche su concetti estetici, paragoni su schemi di bellezza.
Apprezzo tutta la straordinaria abbondante bellezza e luce radiosa
di questa figura barocca.


Ormai ramo secco, di cuore e di modi,
sento e godo di tutta questa bellezza barocca.
(pensiero del 24 marzo 2008)

Pensiero del 21 febbraio 2008

Giovedì sera.


Stasera piangerò,

ne ho voglia.

Piangerò perchè anche oggi, come ieri,

come l'altro ieri, come in questi anni, non ho lasciato un segno.

Perchè ho sprecato un altro giorno,

perchè non ho riso,

non ho amato,

non mi sono amata.

Piangerò ed io so il perchè.

martedì 19 giugno 2012

21 febbraio 2008


Giovedì sera.




Stasera piangerò,


ne ho voglia.


Piangerò perchè anche oggi 
come ieri,
come l'altro ieri, 
come in questi anni, 
non ho lasciato un segno.


Perchè ho sprecato un altro giorno,
perchè non ho riso,
non ho amato,
non mi sono amata.


Piangerò ed io so il perchè.





domenica 29 gennaio 2012

La nostra vita come acqua, scorre,
è torbida quando ristagna, è fresca e leggera
se liberiamo il suo fluire.
Tempestosa o mite, segue il movimento dei venti,
si adatta ad ogni forma.



Klimt




Come bisce gioiello, si muovono le donne di Klimt,
sinuose e sensulali in un fluido prezioso ed emotivo.
Come estasi armoniosa.
Adoro questo momento.

Mi sono assopita,
poi profondamente addormentata,
per non soffrire
per non guardarmi
per non sentirmi.
Il mio risveglio mi strazia, mi sgomenta
tutto si muove senza di me.


Egon Schiele, sento i suoi movimenti.
Adesso basta poco...
una parola e m'infrango,
una parola e mi perdo.



Waterhouse. 




Stasera osservo lungamente questa nostalgia, poesia, sento la rosa.
I preraffaelliti, offrono un'arte contemplativa, gentile, tranquillizzante, pausata.
Li uso per stordirmi e fingere benefici. Stasera ne ho bisogno.
A me il blog non serve a niente, parlo a nessuno, non sento nessuno.
E' una vetrina narcisa,  un mercato virtuale dove ognuno mostra il meglio che ha,
una mercanzia di parolone, poesie, brani sconvolgenti, indecenti,
virtuosismi letterali, la solita politica e culi, tette, vulve e in mezzo a questo
baccanale, ho visto anche dei preti.
Io non sono specialista in niente, parlo di Arte ma l'Arte cos'è...
Potrei invece parlare del nulla, di quello sono esperta.
Nel nulla mi muovo.

sabato 28 gennaio 2012

GENIO


Picasso era un dio, Leonardo un genio.
Leonardo, un pensiero buttato lì... lo rielaboro 
e lo vedo artista pittore
abilissimo, tecnicamente perfetto, padrone del suo stile lo
"sfumato leonardesco", inconfondibili sfondi paesaggistici, gli occhi
magnetici nei ritratti. Ma Leonardo non è un'artista di rottura, l'artista è colui che rompe e va avanti, Leonardo rimane circoscritto nel suo stile.
Riconosco la sua eccelsa artisticità, il suo impegno, la sua curiosità
scientifica. Leonardo seziona cadaveri, usa il realismo e la sua abilità grafica per offrirla alla scienza. Ma ciò che lo rende eclettico è la sua intelligenza mistificatrice, rielaboratrice del progetto universale, la natura.
Leonardo trae innumerevoli idee dalla natura e le mette su carta.
Il genio. E' un genio allora?
Il genio è forse colui che stravolge le regole? E'un sano folle?
O è un razionale cervello pensatore e realizzatore?
Il mio pensiero sul genio leonardesco è conseguente al pensiero per un il vero genio, l'inventore del numero, lo zero, il riassunto del tutto, un brodo primordiale.
Zero è il non inizio, l'attesa e l'assenza del niente.
E' la nascita? E' la morte?
Forse è il vuoto, ancora prima del pensiero di inizio. 



Dilato lo spazio, il tempo.
Tutto passa accanto,
cammino sola.
Sento
la lentezza che ho dentro,
la lentezza dei sensi.
Sento i miei passi
senza impronta, senza ombra.
Cammino sola.



CONVULSIONI




Inquietante Bacon.
Esprime attraverso la morte, l'angoscia della vita.
La sua pittura disturba, impressiona, usa sfondi di carne animale
macellata, figure umane decomposte, mostruose.
Nello strazio di sangue, la trasfigurazione della vita.





Papa Innocenzo x
di Velazquez.
Bacon lo ripropone,
con orrore,
deformandolo,
mischiando nel
movimento dei
colori violenti,
la morte.


Un capolavoro.

Pensiero



Sono mio fratello
sono mia sorella
sono mio padre.
Crescono in me le grandi assenze
accompagnandomi
nei momenti di solitudine.

Lunedì... di sera.




Sono brutta.
Sono niente.
Forse non ci sono più.
L'assenza mi scarnifica, mi mortifica,
l'assenza mi annulla.
Come qualcosa d' indefinito, d' insignificante, non lascio tracce.
La morsa della vita mi ha spezzata, accortocciata in qualcosa  di informe.
Ho usato il virtuale per sentirmi reale.
Uso il virtuale per sentirmi reale e fingo illusioni,
costruisco castelli, palazzi imperiali,
architetture di sabbia dentro un mondo di sabbia,
dove non sono straniera.
E sono straniera, mi muovo da sconosciuta nel vuoto che mi circonda
e mi allontano inesorabilmente.
Mi ha stancata la realtà,
mi ha stancata la virtualità,
l'infinito di parole,  fiumi di parole, voragini di parole dove niente ha forma,
dove l'utile è inutile e l'utile non esiste.
Sono brutta.
Sono orribile.
Cammino da sola e affronto e lotto e parlo,
da sola
mi cullo
mi piango
mi sento e non voglio sentirmi
mi guardo e non voglio guardarmi .


(pensiero di febbraio 2008)

lunedì 23 gennaio 2012

PENSIERO LIBERATO

Apro la finestra e trovo un muro.
Tante foglie secche i miei pensieri
tappezzano questa strada deserta.
Proseguo per inerzia senza sogni e desideri.
Eppure basta che il vento mi sfiori i capelli
e mi disperdo...
in un volo di mille farfalle.


(Pensiero di gennaio 2008)

SE FOSSE PRIMAVERA...


Waterhouse




Ho attraversato il vuoto per troppo tempo, l'assenza e il disincanto; 
dopo la mia estraneazione, estromissione dal vivere, stranita 
per il non sentirmi più, anch'io... rinascerò. 
Ritornerò con tutta la mia forza, dipingerò ancora con impeto, con la foga di chi non ha paura. 
Depurerò il mio corpo con acqua di rose bianche,
indosserò una veste nuova, tessuta con perizia, aprirò il mio cuore e darò inizio alla primavera.


Oggi sento questa nuova energia che prepotente mi vitalizza.
Ho scelto per questo mio pensiero, forse fugace, un'opera "meditativa"di Waterhouse. 
Il fresco campo, la dolce indolenza della donna distesa,
trasmettono sensazioni libertarie anche negli animi più inquieti e sofferenti, 
come il mio.


(Pensiero di gennaio 2008)

LA PASSIONE DI SCHIELE



Vive nelle figure di Schiele il silenzio, riflesso nello sguardo 
ed è un silenzio che parla, il silenzio di figure morbose, emaciate, 
denutrite, affamate nella psiche, dalla carne vitrea, in menti svuotate e che riflettono un'immagine distorta.
Dolore, sofferenza, tormenti di un'anima persa, sono distinguibili nell'angoscia silente dello sguardo e delle mani. 
Importanti, ossessive, le mani nodose nervose e contorte, le uniche parlanti.
Schiele affronta spesso il tema della masturbazione e coraggiosamente rompe l'ipocrisia, le false apparenze sociali, lasciando emergere in ogni sua opera l'animalità, l'istinto umano, la sensualità disperata, senza pudori, senza falsità, 
come unica espressione dell'io.
Amo Egon Schiele.



UOMINI, CHE NOIA

Probabilmente sono le donne ad aver causato e poi accentuato
il massacro dei maschi, una vera ecatombe. Certo è che l'uomo 
non ha mai fatto niente per evolversi, per aggiornarsi, sono quasi 
cinquant'anni, forse meno, che vive immobilizzato e sconvolto dal 
cambiamento femminile. ... Ma basta! 
Che cambino 'sti maschi! Figuriamoci che i ragazzi mi sembrano più rincoglioniti dei loro padri... 
Però... è strano il sistema: da una parte c'è la donna consapevole, 
traino e colonna portante, dall'altra l'uomo, un surrogato di apparenze, illusioni volute. 
Eppure costui, è l'unico ad avere un valore, un peso sociale. 
Perché scusate l'osservazione, ma ancora oggi, cos'è una donna senza uno straccio d'uomo accanto? 
Anche se conosce la sua forza di donna, la sua determinazione, l'impegno, il coraggio e anche se è consapevole di cosa l'aspetta, di come lui la trasformerà, cioè  uguale a sua madre, come una "moglie", un'infermiera, una tata, una badante, un appagamento periodico, ecco nonostante questo, la donna tutt'oggi necessita del rappresentante maschile. 
Ma non perchè sia lei ad averne effettivo bisogno, è il sistema che lo richiede, quindi pur di farsi sposare è disposta a tutto. ... 
Ne abbiamo tanta di strada da fare! 
La  donna si evolve, cresce, ma il sistema NO! Il sistema è fermo 
ai concetti creati dal maschio, che poverino è ancora lì concentrato sulla soddisfazione del suo pisello.
La cultura, la professionalità, la forza, la volontà, l'indipendenza 
economica sono conquiste ormai confermate da tempo, ma tutto si 
piega sulle convenzioni sociali di base. Quella donna, se è madre e se è sola, prima o poi soccombe, deve.
Sorvolo sul discorso "sesso". Neanche mi piace questa parola...
Il sesso è solo una modesta e neanche indispensabile parte nel 
rapporto uomo-donna, non è un sentimento, è un movimento e 
non è potente come l'emozione, la passione, l'esaltazione dell'amore. 
Ci sono sentimenti di passione di amore-dolore-piacere fisico 
anche nel non-sesso. 
La cosa che ho notato appena entrata nel circuito "blog" sono 
le colleghe signore pronte ad esporre mercanzia, propria o presa 
dal web, sapendo di ottenere successo nei sempre soliti, uguali 
e primitivi maschi. Comunque quello che si evince è il profondo 
cambiamento nell'approccio femminile, nella manifestazione, 
nella richiesta che anche se discutibile, è prepotente, 
aggressiva, determinata. E brave!... 
Un' ulteriore dimostrazione del cambiamento femminile e 
dell'immobilità maschile.