sabato 30 giugno 2012

Un cielo





Aspetto che la polvere si posi,
modifichi le forme,
perdo tempo...
Passo il tempo lasciandolo passare,
cerco di confonderlo
facendo, fingendo, inventando.
E parlo e rido,
mi arrabbio, scherzo, gioco,
provo altre labbra.
Eppure la sera,
basta che
strisce di rosa e d'arancio
squarcino la densa coltre di gennaio,
che mi manchi.
Mi manchi e non ci sei mai stato.


(pensiero del 23 ottobre 2009)


Una fata.



Quando ero fata...
regina del vento
forza di mare, schiuma vivace,
cavallo bizzarro,
parlavo alle stelle, sentivo gli dei.
Adesso, mendicante,
chiedo un palpito per il mio cuore esangue.


(pensiero del 16 agosto 2008)

2008 di luglio...



Troppo rumore, troppo frastuono dentro la mia testa.
Pensieri che si accavallano, si mischiano ad altri pensieri e si ammassano, si dilatano e moltiplicano.
Cerco Vermeer...
Guardo e mi distendo dentro i suoi raffinati silenzi,
dentro le meticolose movenze, nei particolari squisiti,
nell' elegante e controllata gestualità.




"La pesatrice di perle"
















"La lattaia"



E' nel mio ingorgo mentale,
piombano improvvise opere e maestri della storia dell'Arte. 
Così, attraversando in un viaggio solitario la Maremma estiva, salendo e scendendo tra campi di girasoli,  tra boschi di castagni e campi di erba medica,  nella mia testa ingolfata è emerso Vermeer. 


Vermeer...
a distanza di giorni ci ripenso.
Perchè Vermeer, perchè adesso.







Perché Vermeer insegna un percorso.
Guardo "La donna alla finestra mentre legge una lettera", quel silenzio senza tempo, l'aria ferma in attesa di un leggero movimento e la donna, concentrata in un solo gesto elegante.
Forse è questo che manca nel nostro tempo,
i gesti eleganti, senza fretta,  fatti bene perchè unici.
Movenze lente,
tempi pausati,
lasciare che la vita passi sopra,
fare una cosa sola,
ed esserci nel farla senza altro in testa.


"La pesatrice di perle" "la lattaia"
lentamente, perfettamente, il gesto rituale diventa sacro, raccolto, unico.



venerdì 29 giugno 2012

Ramo secco.




Ramo secco.


Abbandonata, dimenticata
abbandonata, dimenticata
abbandonata, dimenticata, umiliata,
abbandonata, spregiata, dimenticata.
Come cantilena analgesica, anestetizzo l'inarrestabile mutare.
Inaridire, prosciugare ogni linfa spontanea.
Desertificare.








                                                                                                    Venere di Rubens


Bella!
Barocca,
generosa di forme, di cuore.
Luminosa, ricca e carnosa, morbida e golosa di sé.
Femmina procace e conturbante.
Spesso quest'opera e  altre raffigurazioni femminili, vengono prese come
esempio per critiche su concetti estetici, paragoni su schemi di bellezza.
Apprezzo tutta la straordinaria abbondante bellezza e luce radiosa
di questa figura barocca.


Ormai ramo secco, di cuore e di modi,
sento e godo di tutta questa bellezza barocca.
(pensiero del 24 marzo 2008)

Pensiero del 21 febbraio 2008

Giovedì sera.


Stasera piangerò,

ne ho voglia.

Piangerò perchè anche oggi, come ieri,

come l'altro ieri, come in questi anni, non ho lasciato un segno.

Perchè ho sprecato un altro giorno,

perchè non ho riso,

non ho amato,

non mi sono amata.

Piangerò ed io so il perchè.

martedì 19 giugno 2012

21 febbraio 2008


Giovedì sera.




Stasera piangerò,


ne ho voglia.


Piangerò perchè anche oggi 
come ieri,
come l'altro ieri, 
come in questi anni, 
non ho lasciato un segno.


Perchè ho sprecato un altro giorno,
perchè non ho riso,
non ho amato,
non mi sono amata.


Piangerò ed io so il perchè.